Cero Pasquale 2020

Pubblicato giorno 14 aprile 2020 - Avvisi, In home page, in primo piano

Cero Pasquale 2020

Qualche informazione liturgica-archeologica circa il Battistero S. Giovanni in Fonte, battistero paleocristiano di Napoli.
Il centro fisico e concettuale della composizione è rappresentato certamente dal MONOGRAMMA CRISTOLOGICO, raffigurato nel clipeo centrale, ai cui lati sono collocate le due lettere apocalittiche alfa e omega. La croce spicca in un cielo notturno di colore blu scuro, illuminato da circa settanta stelle di diverse dimensioni. La mano del Padre incorona la croce con un serto d’alloro gemmato. Esso corrisponde all’altro centro della struttura, il fonte battesimale, con il quale si pone in una stretta relazione, fisica e al tempo stesso fortemente simbolica. Come in una sorta di visione teofanica, infatti, il battezzando, immerso nell’acqua del fonte, levando gli occhi in alto poteva vedere “i cieli aprirsi” e contemplare la gloria del Cristo. La scelta della croce centrale, una croce gloriosa perché coronata da un serto vegetale gemmato, si identifica con il Cristo risorto, vivente e operante nell’oggi della storia: è il trofeo del Salvatore vittorioso.
Il CIELO STELLATO è tema presente in contesto battesimale e il suo significato è ben interpretato da vari studiosi che, sulla base delle fonti patristiche, lo mettono in relazione con l’alba della risurrezione, giorno della nuova creazione, cui rimandava anche la liturgia della Veglia pasquale nella quale il rito si svolgeva. Esso si riferisce anche al concetto di battesimo come illuminazione: come l’apparizione del Cristo risorto illumina la notte di Pasqua, così il battesimo illumina l’anima del neofita. Il battistero, infatti, non è uno spazio chiuso in se stesso, ma proietta il neofita al di fuori di esso, in una nuova dimensione, quella della vita celeste, trasformandosi in una sorta di “visione”.
A completare e ribadire tale complessità di significati, viene realizzata nella fascia decorativa circolare, in corrispondenza della mano del Padre, la FENICE. Quest’animale mitologico, appartenente all’immaginario collettivo pagano e usato per esplicare i concetti di eternità e rinascita, viene impiegato dai padri della chiesa (Clemente Romano, Tertulliano, Ambrogio) come simbolo della risurrezione della carne. Tale tema trova anche in ambito figurativo paleocristiano diverse attestazioni. Essa compare solitamente raffigurata in un contesto paradisiaco, mentre qui, secondo uno schema più raro, è raffigurata tra le fiamme, a sottolineare più chiaramente proprio il concetto della rinascita. Nell’acqua del battesimo, così come la fenice nel rogo, muore l’uomo vecchio e nasce una nuova creatura, capace di compiere le opere dello Spirito.

Il cero è stato realizzato dalla Monache Cappuccine Napoli – Monastero Santa Maria in Gerusalemme